Sharing Economy

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Con l’aumento dell’offerta cresce la voglia di consumare e con la condivisione di beni e servizi aumenta la disponibilità monetaria, migliorando l’allocazione delle risorse. Da questa analisi nasce la sharing economy.

Come sostiene Arun Sundararajan, economista e professore alla New York University, non siamo di fronte a concetti rivoluzionari, ma stiamo assistendo a una transizione verso un nuovo capitalismo.

Lo scambio individuale attraverso una piattaforma decentralizzata è il nuovo mercato. Airbnb, BlaBlacar e molti altri, non sono più fenomeni isolati. 

I consumatori si stanno trasformando in microimprenditori, sono infatti sia fruitori che produttori di beni e servizi. Come sostiene il professore si sta delineando una nuova architettura sociale.

Il business dei giganti si poggerà sempre di più su questi microimprenditori.
La concorrenza sarà numerosa e spietata, ora più che in passato e in futuro molto di più rispetto ad oggi. L’accessibilità è aumentata, la diversificazione e la capacità di rinnovarsi faranno la differenza. Sarà questo il vero valore della differenziazione, requisito per sopravvivere.

Un esempio pratico: Juno, start-up newyorkese, minaccia Uber offrendo lo stesso servizio, ma chiedendo agli autisti la metà delle commissioni. 

E poi ci sono i cosiddetti “regolatori”, la società americana è individualista, gli europei più orientati alla condivisione, quindi negli USA non si interviene fino a quando le cose non vanno male, da noi accade esattamente il contrario: nulla inizia senza il via libera delle authority. E la lentezza oggi è una zavorra.