EMOZIONE

La differenza sostanziale tra emozione e ragione è che l’emozione porta all’azione, la ragione a trarre conclusioni”. Cosi il neurologo canadese Donald Calne.

Emozione fa rima con personalizzazione. Ossia dimmi cosa provi e ti dirò che pubblicità vedrai: il New York Times ha lanciato un sistema avanzato di machine learning in grado di indirizzare il giusto messaggio a seconda dello stato d’animo dell’utente, mappando trenta emozioni, diciotto delle quali pronte per essere vendute agli inserzionisti.

Sul Sole 24 Ore nelle pagine marketing racconto come i brand iniziano a “leggere” le emozioni per risultare più efficaci. Perché in base a come stai sarai più propenso ad un tipo di acquisto. Con i dati che guidano le scelte del marketing, ma non solo.

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Scrivere una mail…

Quando scriviamo una mail possiamo essere freddi e fastidiosi oppure piacevoli e disponibili e lasciare una bella impressione.

Alla fine, si tratta “semplicemente” di adottare qualche piccolo automatismo di comunicazione, in modo che quando il nostro nome appare nella inbox di un interlocutore, evochi un senso di positività anziché di fastidio.

In questa immagine c’è qualche consiglio (inglese, ma tutto italianizzabile!) per trasformare frasi fastidiose o abrasive in versioni più positive.

 

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Crederci, voglia di insistere, stare al passo…

Consigli per i giovani imprenditori?

” Vai avanti, anche se non sei sicuro di farcela.

Dì sempre ‘per favore’ e ‘grazie’.

Gioca in modo corretto.

Proteggi le tue buone idee, ma sappi che ce ne sono molte altre.

Stai al passo.

Ricorda che chiunque può avere un’ idea che può diventare di successo.

La differenza di chi ce la fa e chi no sta nell’incrollabile volontà di insistere e lavorare sodo.”

Innovazione

Tre punti su tutti che riscontriamo quotidianamente:

1) L’innovazione per l’innovazione: al di là di titoli strani e nuovi, come Chief Innovation e svariati summit sull’argomento, sono poche le realtà che innovano seguendo una precisa idea e partendo dal cliente.

2) La tecnologia: per quanto viviamo il secolo più tecnologico di sempre e per quanto la tecnologia sia foriera di grandi opportunità, la tecnologia non può guidare l’innovazione e la crescita ma è da considerarsi un mezzo. Banale? Sì, ma ignorato.

3) Il prodotto: oggi più che mai assistiamo a un’enfasi sul prodotto che si traduce spesso in un continuo abbellimento (o anche lodevole miglioramento) al fine di accaparrarsi quote di mercato; nonostante queste quote di mercato non si lascino influenzare da questi fattori o lo facciano solo per breve periodo – spesso guidati dal prezzo.

Su cosa puntare allora?
Ne parlava già Mack Hanan trent’anni fa e lo andiamo ripetendo continuamente: partire dal cliente. Ma non solo inteso come segmentazione e come punto di scoperta bensì come “alleanza strategica” al fine di crescere insieme.

Le aziende del futuro saranno “growers”?

CONO DELL’APPRENDIMENTO

Smetti di studiare per imparare e inizia ad imparare per spiegare. Come? È molto semplice. A seconda del modo in cui immagazziniamo cambia la qualità di ciò che siamo capaci di memorizzare. Il nostro cervello è un sistema complesso, bombardato in ogni momento da migliaia e migliaia di informazioni, la maggior parte delle quali vengono dimenticate, ma, una volta che ne abbiamo compreso il funzionamento, basta replicare la giusta modalità per ottenere un buon risultato.

La nostra memoria è profondamente influenzata dalle esperienze: più queste sono nuove, particolari e cariche di emozioni e più le ricorderemo con facilità. Non solo, Dale studiò anche la durata dei ricordi sulla base delle esperienze fatte.

In pratica l’apprendimento può essere passivo e attivo:

Passivo in termini di lettura, ascolto di registrazioni audio, lezioni in aula, visione di video, ecc; e questo stile determina (in genere) le più basse percentuali di memorizzazione.

Attivo se ti metti in azione: ripetendo, parlando in pubblico (o in un gruppo di studio), ma soprattutto mettendo in pratica quanto hai imparato, simulare un’esperienza, fare la cosa reale.

Il segreto, quindi, per rendere attiva e coinvolgente ogni attività di studio, è coinvolgere tutti i nostri sensi nel processo di apprendimento.

Ad esempio, l’utilizzo dei sensi per memorizzare ed apprendere è anche il metodo più innovativo ed intuitivo per imparare una lingua straniera.

Capita che dopo due settimane ricordi il 10% di ciò che leggiamo, dopo due settimane il 20% di ciò che ascolti. Se invece associ le due azioni allora il risultato sarebbe un bel 50%.

Quindi per ricordare meglio hai bisogno di associare ad uno stimolo verbale uno stimolo visivo. Ma in che modo è possibile ricordare ancora più informazioni? Partecipando ad una discussione, riuscirai a ricordare il 70% delle informazioni e addirittura il 90% delle che dici o fai!

Quindi, come usare il cono dell’esperienza/apprendimento?

Studia come se dovessi preparare una lezione per i tuoi compagni, amici. Questo significa rielaborare le informazioni che apprendi, metterle in pratica, applicare i principi chiave nella risoluzione di problemi ed esercizi, ripetere quanto studiato utilizzando i tuoi ragionamenti (e non ripetendo quanto scritto nel libro).

Simula la situazione reale, ripeti, registrati, riascolti e riguardati. Tutto sommato, è il concetto del Learning by doing, aumenta il tuo livello di coinvolgimento e aumenterai l’attenzione e la memorizzazione.

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La storia della carota, dell’uovo e del caffè

C’era una volta la figlia di un vecchio contadino che si lamentava sempre della sua vita e di quanto fosse difficile andare avanti. Era stanca di lottare e non aveva voglia di far niente.
Quando veniva risolto un problema, ne appariva subito un altro e ciò la abbatteva e la faceva sentire rassegnata.

Un giorno, il contadino chiese alla figlia di andare nella cucina della sua casupola e di sedersi.
Dopodiché riempì d’acqua tre recipienti e li mise sul fuoco.

Quando l’acqua prese a bollire, mise in un contenitore una carota, in un altro
un uovo e nell’ultimo dei chicchi di caffè.

Lasciò gli ingredienti a bollire senza proferire verbo, mentre la figlia attendeva
impaziente senza capire cosa stesse facendo suo padre.

Dopo venti minuti, il vecchio spense il fuoco, tolse la carota e la mise in una ciotola, tolse l’uovo e lo mise su un piatto ed infine scolò il caffè.

Guardò sua figlia e le disse “Cosa vedi?”.
“Una carota, un uovo e del caffè” rispose la ragazza.

Allora il padre la fece avvicinare e la invitò a toccare la carota.
Lei obbedì e notò che era tenera.

Dopodiché le disse di prendere l’uovo e di romperlo.
Lei tolse il guscio e osservò che l’uovo era duro.

Infine, le chiese di assaggiare il caffè e lei fu deliziata dal suo dolce aroma.
A quel punto, la figlia chiese: “Che cosa significa tutto questo?”.

Egli le spiegò che quei tre elementi avevano affrontato la medesima avversità,
l’acqua bollente, ma avevano reagito in modo molto diverso.

La carota aveva toccato l’acqua in uno stato forte e duro, ma dopo un po’ si era fatta debole e fragile.
L’uovo si era avvicinato all’acqua in uno stato fragile, la sua sottile buccia proteggeva un interno liquido che, però, con il passare dei minuti, si era indurito.

Il caffè aveva fatto qualcosa di unico: aveva cambiato l’acqua stessa.

Il padre chiese alla figlia: “Tu quale di questi elementi sei?
Quando le avversità bussano alla tua porta, come rispondi?

Sei come una carota, che sembra forte, ma quando viene toccata dal dolore
e dalle difficoltà diventa debole e perde la sua consistenza?

Sei come un uovo, che inizia con un cuore malleabile e uno spirito fluido, ma dopo una morte, una separazione o un addio si è fatto duro e rigido, che fuori resta uguale, ma dentro cambia?

Oppure sei come il caffè, che trasforma l’acqua, ovvero l’elemento che gli provoca dolore?
Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione, il caffè sprigiona il suo sapore migliore.

Se sei come il chicco di caffè, quando le cose si mettono male, reagisci meglio degli altri e permetti che le cose attorno a te migliorino. Allora, quale dei tre sei?”

Di solito non racconto storie copiandole da altri perché mi diverto di più a inventarle.
Ma questa è molto significativa e volevo condividerla.

Tutti vorremmo essere come il caffè.
Ma spesso non ci riusciamo.

E non guardare al tuo passato, ai geni, al carattere o altre illusioni simili.
Tu puoi diventare come il caffè a partire da oggi se vuoi.

Se vuoi.
Non c’è nulla che te lo possa impedire, a parte… te.

Il solo punto è volerlo e fare il percorso giusto.
Che inizia sempre dalle tue emozioni.
Imparare come funzionano e imparare a dominarle.

Padroneggiarle, non significa controllarle o reprimerle.
Significa viverle con serenità e forza, senza diventarne vittima.

Da qui si parte.
Ed è una scelta alla portata di tutti. Buon caffè!

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Attività per sviluppare strategie di crescita aziendale (dedicato alle figure HR e non solo, per recrutiing e development)

Pianificazione strategica
Il nostro lavoro è troppo spesso governato dalle emergenze, per questo è fondamentale ricavare del tempo da dedicare alla pianificazione. I benefici di una strategia a medio e lungo termine sono infatti evidenti per tutta l’azienda.

Se ti occupi di recruiting, potrai per esempio procedere alla selezione in un’ottica ampia, ricercando qualità ed esperienza utili non solo nell’immediato, ma anche nel giro di qualche anno a seguito del turnover aziendale.

Se hai un ruolo strategico, potrai concentrarti sull’allineamento delle attività del dipartimento HR con la strategia aziendale, sulla programmazione dettagliata del budget e su altri aspetti organizzativi.

Onboarding
Numerose ricerche hanno dimostrato che un processo di onboarding organizzato aumenta il tasso di permanenza di un dipendente in azienda. Tuttavia, spesso nei primi giorni un nuovo arrivo viene lasciato a se stesso. Chi dovrebbe occuparsi del fatidico “passaggio di consegne” è infatti troppo preso dai nuovi incarichi, è già irreperibile o non ha alcuna intenzione di essere d’aiuto. Il nuovo dipendente ben presto si sente spaesato e frustrato.

Il danno che si verifica in questa fase rischia di non essere recuperabile. Per questo, è una buona idea impiegare parte del tempo guadagnato con il ricorso a un buon software HR nella elaborazione di un piano di onboarding che vada oltre il primo giorno di lavoro.

I valori dell’azienda, le aspettative, i compiti e le mansioni devono essere chiariti al più presto al nuovo arrivato. Tutti i documenti legati all’assunzione devono essere pronti, così come una figura di riferimento che faccia da tutor nelle prime settimane. La pausa pranzo è una buona occasione per una chiacchierata distensiva e per introdurre i nuovi colleghi.

Team building
Non solo i nuovi arrivati: tutti i dipendenti hanno bisogno di sentirsi apprezzati e di lavorare in un ambiente piacevole e ricco di stimoli. Con maggiore tempo a disposizione, potrai programmare attività di team building che vadano oltre l’annuale cena di Natale o l’occasionale gara di go-kart tra colleghi.

Le attività a disposizione non mancano (in questo articolo ti proponiamo ben 62 attività di team building aziendale) e con qualche ricerca si possono scoprire tantissime alternative, alcune delle quali richiedono investimenti economici minimi, se non nulli. Ricorda che non tutti i team traggono giovamento da attività competitive come il già citato kart, ma si prestano maggiormente ad attività collaborative. Hai mai sentito parlare delle escape room?

Un clima aziendale rilassato e collaborativo porta immediati vantaggi in termini di produttività ed efficienza.

Valutazione delle competenze e della performance
Un buon software HR può dare un contributo decisivo nella valutazione delle competenze e delle prestazioni del personale, eliminando l’eccessiva soggettività dei giudizi umani e dando potere e autonomia al personale.

Se poi si dà ai dipendenti la possibilità di inserire una propria autovalutazione, si ottiene un ulteriore punto di riferimento e confronto.

L’importante è avere il tempo di procedere, in fase preliminare, alla corretta mappatura delle competenze – umane e professionali – maggiormente collegate a una data posizione. Questo lavoro serve anche per la programmazione dei corsi di formazione aziendali.

Organizzazione dei corsi di formazione
I corsi di formazione sono una risorsa preziosa per ogni azienda, non solo in fase di onboarding di nuovi dipendenti. Tra i vantaggi più evidenti troviamo:

maggiore produttività e flessibilità del personale;
aumento della motivazione e del coinvolgimento nelle attività d’impresa;
aggiornamento degli strumenti di lavoro utilizzati;
maggiore responsabilizzazione.

Dedicare il giusto tempo alla formulazione del piano di formazione aziendale è determinante. Potrai analizzare i fabbisogni formativi dell’azienda, identificare le competenze mancanti, rintracciare i fornitori migliori, valutare soluzioni online ed effettuare il monitoraggio e la valutazione finale dell’attività svolta.

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